domenica 21 maggio 2017

Il presagio del sogno e il regalo del tempo.

C'era un sogno ricorrente che facevo una volta e che di tanto in tanto invadeva le mie notti lasciandomi stravolto al risveglio.
Un sogno tutto mio, che mi coinvolgeva fisicamente e di cui ancora oggi sento i suoni ovattati, gli odori, il coinvolgimento pieno del mio corpo, il senso di pace che mi pervadeva, il sorriso straniato che mi lasciava al risveglio, l'inquietudine che mi accompagnava nel ripensarlo, l'ansia nell'attendere che tornasse.
Un sogno che facevo con una qualche ricorrenza da bambino per poi diventare meno frequente da adolescente fino ad abbandonarmi negli anni.
Mi alzavo in aria e volavo come può fare un'aquila. No, non era volare; non era spostarsi da un punto all'altro volando più o meno velocemente. Piuttosto era come se levitassi.